(Adnkronos) – “L’idea che potremmo mettere fine alla guerra prima di raggiungere tutti i suoi obiettivi è fuori discussione. Entreremo a Rafah ed elimineremo i battaglioni di Hamas che si trovano lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale”. A dichiararlo il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo quanto riportano i media locali. 

Il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), il tenente generale Herzi Halevi, avrebbe approvato i piani finali per un’azione militare nel sud di Gaza, a Rafah, e nei campi profughi del centro della Striscia si legge su timesofisrael.com. Nelle prossime 48-72 ore o ci sarà un accordo sugli ostaggi o l’inizio dell’invasione secondo il sito di notizie Ynet che non cita però alcuna fonte.  

I carri armati israeliani sarebbero schierati al confine con Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare la controversa offensiva, considerata da Israele come l’ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas dalla Striscia, nonostante gli avvertimenti di un disastro umanitario se i civili non saranno allontanati dal pericolo. 

I piani tattici che entrano nel vivo dei combattimenti sono stati completati negli ultimi giorni, riferisce Ynet. Includono un’invasione graduale che può essere interrotta o ritardata in caso di progressi nei colloqui con gli ostaggi.  

La proposta egiziana per un cessate il fuoco a Gaza è la migliore presentata a Hamas degli ultimi mesi in quanto include concessioni da parti di Israele su diversi punti, ha sottolineato dal canto suo un dirigente dell’organizzazione palestinese in un’intervista al network Quds, ritenuto vicino a Hamas. 

“Israele accetta il ritorno incondizionato degli sfollati e ha abbandonato l’idea che non torneranno”, ha affermato il dirigente, riferendosi alla richiesta che ai palestinesi venga consentito di tornare nel nord della Striscia di Gaza. Il canale televisivo saudita Al Hadath ha riferito che la risposta di Hamas alla proposta di cessate il fuoco dovrebbe arrivare entro domani sera. 

I negoziatori di Hamas starebbero preparando una risposta scritta. Intanto la delegazione di Hamas, in Egitto per i colloqui sul cessate il fuoco a Gaza, ha lasciato il Cairo secondo quanto annunciato dalla tv egiziana Al Qahera, la quale ha aggiunto che i rappresentanti del gruppo palestinese torneranno con una risposta sulle proposte ricevute.  

 Israele però ha deciso di non inviare una propria delegazione al Cairo finché Hamas non avrà dato la sua risposta all’offerta di accordo sul tavolo, che prevede 40 giorni di cessate il fuoco ed il rilascio potenziale di migliaia di prigionieri palestinesi in cambio della liberazione di 33 ostaggi. Lo ha riferito una fonte diplomatica citata dai media israeliani, secondo cui il governo Netanyahu “aspetterà risposte” fino a mercoledì notte e “poi deciderà”. 

La dichiarazione della fonte sembra indicare una battuta d’arresto nei negoziati in quanto diversi media dello Stato ebraico ieri sera segnalavano che una delegazione israeliana fosse in procinto di recarsi oggi nella capitale egiziana per approfondire il negoziato. Secondo intanto la tv egiziana Al-Qahera, una delegazione di Hamas ha lasciato nelle scorse ore Il Cairo con la promessa di far ritorno con una risposta scritta alla proposta israeliana. 

Gli ultimi attacchi di Israele portano il numero totale delle vittime dal 7 ottobre a 34.535 persone uccise e 77.704 ferite, con 8.000 persone ancora ritenute disperse. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza, precisando che nell’ultimo giorno i raid dell’Idf nella Striscia hanno ucciso 47 persone e ne hanno ferite 61.