(Adnkronos) – Se da una parte i ragazzi italiani temono il cambiamento climatico dall’altra dimostrano di avere una scarsa consapevolezza della crisi idrica e dei comportamenti sostenibili da adottare tra le mura domestiche. A scattare la fotografia è un’indagine condotta su 5.000 studenti delle scuole superiori dalla Community Valore Acqua per l’Italia di The European House Ambrosetti, in partnership con la rete dei Licei Tred (Liceo Sperimentale per la Transizione Ecologica e Digitale) coordinata da Elis e la Fondazione dell’Associazione Nazionale Presidi E.T.S.. 

Ebbene, quasi 9 adolescenti italiani su 10 sono preoccupati per gli effetti del cambiamento climatico: in Emilia-Romagna, dopo il forte impatto dell’alluvione dello scorso maggio, oltre il 90% dei ragazzi teme per il proprio futuro, mentre, in generale, il cambiamento climatico crolla dal terzo al sesto posto nella classifica dei principali problemi dell’Italia. Ma tra dire il dire e il fare c’è ancora tanta strada.  

Nonostante il 57% dei ragazzi che frequentano le scuole superiori dichiari di adottare comportamenti sostenibili, quasi 6 su 10 (56%) non bevono mai acqua del rubinetto, il 19% raramente, il 17% solo in modo sporadico e solo l’8,6% lo fa come abitudine quotidiana. I dati migliorano nel Centro Italia dove solo il 20% degli studenti non beve mai dal rubinetto di casa.  

“Il contesto familiare ed educativo – spiega Benedetta Brioschi, Responsabile Community Valore Acqua per l’Italia The European House-Ambrosetti – è anche in questo ambito di grande importanza: quasi 9 ragazzi su 10 non bevono dal rubinetto se non lo si fa abitualmente anche a casa ed è proprio l’abitudine familiare, dopo i timori per la sicurezza dell’acqua pubblica, il secondo principale motivo che spinge i giovani a bere unicamente acqua in bottiglia”.  

“Al contrario – continua Benedetta Brioschi – i ragazzi che bevono dal rubinetto la trovano un’abitudine pratica (20,7%), economica (16,3%) e responsabile (15,8%). Il 13,5% di loro può contare su esempi virtuosi in famiglia”. La maggioranza (58%) dei ragazzi intervistati negli ultimi mesi dell’anno non hanno consapevolezza che la crisi idrica ha portato nel 2023 ad adottare delle restrizioni nell’uso dell’acqua. Tra chi riconosce di averne vissute (27% degli studenti), il 47% ha avuto percezione del razionamento dell’acqua nelle proprie abitazioni, il 31,6% della chiusura delle fontane nel proprio comune e il 12% del divieto di irrigazione dei giardini.  

“La preparazione scolastica – ha concluso Benedetta Brioschi durante l’ultimo incontro della Community Valore Acqua per l’Italia – risulta ancora una volta fondamentale: quasi 4 ragazzi su 10 (37,5%) che frequentano corsi scolastici dedicati alla sostenibilità hanno coscienza del problema dei consumi eccessivi di acqua soprattutto per uso civile e domestico contro un livello medio del 29,7%. La scuola conferma ancora una volta il suo ruolo primario nella prevenzione e nel rispetto dell’ambiente”.