(Adnkronos) –
L’influenza, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, mette a letto migliaia di italiani alle prese con sintomi noti: febbre, spossatezza, mal di testa. Il quadro è definito, ma le conseguenze dell’ondata di infezioni vanno valutate in modo approfondito. “Questa grossa epidemia di influenza in corso, così imponente, farà danni per chissà quanto tempo a livello di batteri resistenti agli antibiotici”, è il monito di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che spiega all’Adnkronos Salute perché teme un impatto sui ‘super bug’: “Si stanno utilizzando quantità enormi di antibiotici – segnala – Mi risulta che purtroppo sono prescritti dopo due giorni di febbre o vengono utilizzati in ‘autoprescrizione'”, senza cioè consultarsi con il proprio medico, “e per questo ritengo che vedremo i danni per i prossimi mesi o addirittura anni. In un Paese che è quello che sta peggio a livello europeo come resistenza agli antibiotici. Continuo a sostenere che gli italiani bisognerebbe educarli in maniera diversa. Oggi, infatti, sono ‘maleducati’ anche nell’uso dei farmaci e soprattutto nell’uso degli antibiotici”. 

“Oggi il problema è certamente quello dei virus dell’influenza, H1N1 e H3N2” in particolare, “che si somma al virus respiratorio sinciziale (Rsv) e a un’elevata circolazione anche di infezioni batteriche, cioè di polmoniti tradizionali, infezioni da pneumococco. Di nuovo all’orizzonte non c’è la tipologia delle infezioni, ma la quantità, perché una crescita così imperiosa delle infezioni respiratorie non si era vista negli ultimi 15 anni, a livello di report, e probabilmente anche prima”, afferma ancora. 

“Il Covid – puntualizza – non ha nella realtà rappresentato mai un problema negli ultimi 3 mesi, lo era solo per chi voleva rappresentarlo così. Come abbiamo detto tante volte, l’80% dei ricoveri anche nel mese di novembre e di dicembre nella realtà non era a causa dell’infezione legata al Covid, ma di gente che entrava in ospedale per altre ragioni e poi aveva incidentalmente il tampone positivo per Covid. Quindi mettiamo definitivamente alle spalle il problema Covid che, devo dire, non è stato un problema significativo se non per chi, soprattutto i grandi anziani, non ha effettuato i richiami vaccinali”.  

Oggi, ribadisce dunque Bassetti, il problema è l’influenza e l’exploit delle infezioni respiratorie in generale: “C’è una salita importante dei contagi e alla fine molti di questi casi che circolano in comunità arrivano all’ospedale”.