(Adnkronos) –
Cala l’incidenza Covid in Italia: nel periodo 21-27 dicembre è di 70 casi per 100mila abitanti, in diminuzione rispetto al periodo 14-20 dicembre (103 casi per 100mila abitanti). E’ quanto emerge dal Monitoraggio settimanale di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute. “Tale calo – si legge – potrebbe, in parte, essere attribuibile a una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero – indica il report – al 19 dicembre è sotto la soglia epidemica, pari a 0,76 (0,73-0,79), in diminuzione rispetto alla settimana precedente quando era di 0,96 (0,93-0,99) al 12 dicembre.
L’incidenza settimanale dei casi Covid diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle regioni/province autonome rispetto alla settimana precedente, prosegue il rapporto. L’incidenza più elevata è stata riportata in Abruzzo (149 casi per 100mila abitanti), la più bassa in Sicilia (3 casi/100mila abitanti).
La fascia d’età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è quella over 90 anni. L’incidenza settimanale è sostanzialmente stabile in tutte le fasce d’età. L’età mediana alla diagnosi è di 59 anni, stabile rispetto alle settimane precedenti. La percentuale di reinfezioni è circa il 45%, sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente.
Segnali positivi anche sul fronte ricoveri. Al 27 dicembre l’occupazione dei posti letto in area medica è pari all’11% (6.834 ricoverati), in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente (11,8% al 20 dicembre); l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva è del 3,2% (281 ricoverati), sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente (3,1%). I tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano con l’età – conferma il report – presentando i valori più elevati nella fascia d’età over 90 anni. Anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età.
Corre anche in Italia la variante JN.1 di Sars-CoV-2, ‘figlia’ di BA.2.86 o Pirola, e recentemente dichiarata variante di interesse indipendente dall’Organizzazione mondiale della sanità. “In base ai dati di sequenziamento disponibili nella piattaforma nazionale I-Co-Gen al 25 dicembre – si legge nel Monitoraggio – la proporzione di sequenziamenti attribuibili alla variante d’interesse JN.1 si conferma in crescita, divenendo la variante più frequente nell’ultima settimana di campionamento consolidata (37,1% nella settimana 4-10 dicembre)”. “In base ai dati attualmente disponibili – precisano gli esperti – JN.1 non sembra porre rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ad altri lignaggi circolanti”.
Sono 1.826.658 i vaccini anti-Covid aggiornati a XBB.1.5 somministrati in Italia dall’inizio della campagna autunno-inverno al 28 dicembre. E’ l’ultimo dato riportato nella dashboard ufficiale che viene aggiornata sul portale del ministero della Salute. Negli ultimi 7 giorni considerati, dal 22 al 28 dicembre, le iniezioni sono state 75.817, crollate rispetto alla settimana precedente, quando erano state oltre 232mila.
Lombardia, Emilia Romagna e Toscana continuano a essere le regioni in cui si concentra la maggior parte delle dosi somministrate nell’ambito della campagna, oltre il 54%. Insieme, totalizzano 992.478 richiami eseguiti. Il dato più alto resta quello lombardo, 503.041, seguito dai numeri di Emilia Romagna (250.651) e Toscana (238.786). Alle spalle di queste regioni ci sono Veneto (144.607), Lazio (143.188), Piemonte (136.226), Puglia (89.603), Liguria (56.859), Friuli Venezia Giulia (52.747), Campania (35.286), Umbria (29.599), Marche (27.142), Sardegna (26.620), Trento (23.588), Bolzano (19.912), Sicilia (14.256), Calabria (11.518), Abruzzo (9.121), Valle d’Aosta (5.940), Molise (4.500) e Basilicata (3.468).
La fascia d’età in cui sono stati somministrati più vaccini è quella dei 70-79enni (586.332), che superano gli over 80 (585.380 immunizzati), seguiti dai 60-69enni (387.076). In coda la fascia 12-59 anni, con 267.650 vaccinazioni.