(Adnkronos) – Il portavoce dell’ufficio di Netanyahu è a oggi il principale sospettato di aver fatto uscire alcuni documenti dall’ufficio del Primo Ministro. Eliezer Feldstein – scrivono i media israeliani – è stato arrestato e interrogato diversi giorni fa dallo Shin Bet per le fughe di notizie provenienti dall’ufficio. Il nome del sospettato è stato reso noto dopo che un ordine di riservatezza è stato revocato dal tribunale dei magistrati di Rishon LeZion. Secondo il giudice, “ci potrebbe essere stato un danno alla capacità delle agenzie di sicurezza di raggiungere l’obiettivo di liberare gli ostaggi”.
Quanto accaduto, dice il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid, dimostra che egli è o troppo incompetente per guidare Israele in tempo di guerra o è “complice di uno dei più gravi reati alla sicurezza”. “La difesa di Netanyahu è che non ha alcuna influenza o controllo sul sistema che dirige. Se è vero, non è idoneo. Non è qualificato per guidare lo Stato di Israele nella guerra più difficile della sua storia”, ha dichiarato Lapid. “Questo caso è uscito dall’ufficio del Primo Ministro e l’indagine dovrebbe verificare se non fosse stato ordinato dal premier. Se Netanyahu lo sapeva, è complice di uno dei più gravi reati di sicurezza nel codice di diritto”, ha aggiunto Lapid. E “se non sapeva che i suoi stretti collaboratori stavano rubando documenti, utilizzando spie all’interno delle Idf, falsificando documenti, esponendo fonti di intelligence e passando documenti segreti a giornali stranieri per fermare la tratta degli ostaggi, cosa sa?”.
Mentre oltre 100 razzi sono stati lanciati dal Libano nel nord di Israele, Beirut afferma che “almeno tre persone sono state uccise” in un attacco israeliano vicino a Saida, la principale città del sud del Paese. Lo ha reso noto il ministero della Sanità libanese, precisando che “il raid del nemico israeliano ad Haret Saida ha causato anche il ferimento di nove persone”, secondo un rapporto provvisorio.
L’Idf dal canto suo ha fatto sapere che alcuni dei razzi lanciati nella bassa Galilea sono stati intercettati. Non ci sono segnalazioni di feriti. Inoltre, un drone lanciato dal Libano è stato abbattuto dalle difese aeree nella valle di Hula.
“Se gli israeliani riconsiderassero il proprio comportamento, accettassero un cessate il fuoco e smettessero di massacrare la popolazione oppressa e innocente della regione, ciò potrebbe influenzare l’intensità e il tipo della nostra risposta”. Lo ha affermato il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, citato dall’agenzia di stampa statale Irna, che precisa che l’Iran “non lascerà senza risposta alcuna aggressione contro la sua sovranità e sicurezza”.
Il 26 ottobre aerei da guerra israeliani hanno effettuato attacchi che Israele ha definito una rappresaglia per il lancio di missili del 1 ottobre da parte di Teheran. L’Iran a sua volta ha descritto l’attacco come una rappresaglia per l’uccisione di leader militanti sostenuti dall’Iran e di un comandante delle Guardie Rivoluzionarie.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha riferito che una sua sede è stata colpita durante un attacco israeliano nei pressi del campo di Burj Shemali, nella zona di Tiro, in Libano. “L’Unrwa sta attualmente conducendo una valutazione per determinare l’entità dei danni”, ha affermato l’agenzia in un rapporto sulla situazione.
L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione della zona di Baalbek, nel Libano orientale, in vista di nuovi raid contro obiettivi di Hezbollah nella zona e nella vicina Douris. “Vi trovate nei pressi delle strutture e dei beni associati a Hezbollah, che le Forze di difesa israeliane (Idf) prenderanno di mira a breve”, ha affermato il portavoce di lingua araba dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, in un post su X indirizzato ai residenti di Baalbek e Douris.
I Navy Seals israeliani dal canto loro hanno arrestato “un ufficiale della forza navale libanese di Hezbollah”. Lo ha confermato l’Idf, aggiungendo l’operazione speciale è stata condotta con l’ausilio dell’intelligence militare. “Ovunque riusciremo a catturare agenti chiave, lo faremo, sia nel sud del Libano che in altri luoghi”, ha commentato l’esercito israeliano.
Ieri mattina una forza speciale israeliana composta da più di 25 soldati (marines e sommozzatori) ha effettuato un’operazione di sbarco sulla costa di Batroun, nel nord del Libano, e ha arrestato il libanese Emad Amhz, fatto su cui i servizi di sicurezza di Beirut stanno indagando. I primi risultati indicano che l’operazione è stata effettuata dalle unità delle forze speciali israeliane Shayetet 13 o Sayeret Matkal.
Secondo i funzionari militari, l’operazione è stata effettuata in coordinamento con la Marina tedesca operante all’interno delle forze Unifil, per garantire che la Marina libanese non potesse intervenire durante l’operazione.
L’intelligence israeliana ritiene che solo 51 ostaggi, sui 101 che si trovano nella Striscia di Gaza, siano ancora vivi. Lo sostiene il quotidiano in lingua ebraica Israel Hayom citando valutazioni dell’intelligence israeliana.
Sono state 215 le persone rapite in Israele durante l’assalto del 7 ottobre sferrato da Hamas. Quasi la metà di loro sono stati rilasciati grazie ad accordi o a operazioni delle Idf. Hamas ha annunciato più volte che alcuni ostaggi sono stati uccisi nei raid condotti da Israele sulla Striscia di Gaza.
Israele dal canto suo sarebbe “pessimista’ sulle possibilità di raggiungere un accordo sugli ostaggi secondo Ynet che cita fonti israeliane. “Hamas insiste sulla fine completa della guerra e quindi non è pronto ad accordi più piccoli – spiegano le fonti – questo non va nella direzione buona. I mediatori non sono ancora tornati con una risposta ufficiale così che i negoziati non collassino completamente”.
“Le possibilità di un accordo appaiono molto ridotte”, continuato le fonti del giornale israeliane, che aggiungono che Israele subirà un’intensa pressione a mettere fine alla guerra a Gaza, a prescindere da chi vincerà le elezioni Usa la prossima settimana.
La parte meridionale della città di Khan Younis è appena stata attaccata. Lo scrive al Jazeera, precisando che un raid dell’esercito israeliano ha colpito una casa residenziale, uccidendo sette membri di una famiglia, tra cui quattro bambini.
E’ salito a 43.341 il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza da quando è iniziata la rappresaglia israeliana per l’attacco subito da Hamas. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza riferendosi di 27 morti solo nelle ultime 24 ore. Sono invece 102.105 le persone ferite dall’inizio della guerra a Gaza.
Intanto i bombardieri americani a lungo raggio B-52 sono arrivati in Medioriente, ha annunciato il Centcom su ‘X’ spiegando che ”i bombardieri strategici della base di Minoti sono arrivati nell’area di responsabilità del Comando centrale degli Stati Uniti” in Medioriente.
Israele nel frattempo ha individuato gli obiettivi da colpire in Iraq nel caso in cui dovessero continuare gli attacchi sferrati dalle milizie sciite filoiraniane presenti nel Paese. Lo riporta il sito di notizie saudita Elaph con sede a Londra citando funzionari anonimi, secondo i quali i satelliti hanno monitorato il lavoro di Teheran per trasferire missili balistici e relative attrezzature dall’Iran al territorio iracheno. L’obiettivo, riferiscono le fonti, è quello di utilizzarli in un previsto imminente attacco contro Israele.
Il sito afferma che Israele sta monitorando e identificando gli obiettivi appartenenti alle milizie sostenute dall’Iran, nonché obiettivi dello iracheni. Inoltre Baghdad è stata avvertita, deve tenere a freno le milizie e impedire loro di utilizzare il suo territorio per lanciare attacchi, prosegue il sito.
Fonti irachene hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’Iran stia utilizzando l’Iraq per spostare i combattimenti lontano dal proprio territorio. I funzionari iraniani minacciano sempre più di lanciare un altro attacco contro Israele in risposta all’attacco del 26 ottobre da parte di Gerusalemme alla Repubblica islamica, che ha preso di mira basi e strutture militari e in cui, secondo l’Iran, sono morte almeno cinque persone.
Gli attacchi di rappresaglia di Israele contro le strutture militari iraniane sono avvenuti poche settimane dopo l’attacco della Repubblica islamica del primo ottobre, in cui l’Iran ha lanciato circa 200 missili balistici contro Israele, uccidendo un palestinese in Cisgiordania. Ulteriori attacchi da entrambe le parti potrebbero travolgere il Medio Oriente, già scosso dalla guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza e dall’operazione terrestre di Israele in Libano, in un conflitto regionale più ampio, poco prima delle elezioni presidenziali statunitensi di martedì.
Un soldato dell’esercito israeliano è stato ucciso dall’esplosione di una granata nel nord della Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato le Idf spiegando che è stata aperta un’indagine su quanto accaduto.
Nel frattempo fonti iraniane hanno dichiarato, al quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed con sede a Londra, che l’attacco che l’Iran sta pianificando contro Israele sarà “il più grande in termini di quantità e qualità finora” mai realizzato.
Secondo le fonti, che hanno chiesto di rimanere anonime, dopo l’attacco di Israele della fine del mese scorso l’Iran ha iniziato a pianificare un attacco e i preparativi sono quasi terminati.