(Adnkronos) –
Hamas è aperta a un accordo con Israele. Lo ha detto un alto funzionario dell’organizzazione islamista, mentre a Doha riprendono i colloqui volti a porre fine alla guerra e a liberare gli ostaggi. Husam Badran, membro di spicco dell’ufficio politico di Hamas con sede in Qatar, ha affermato in una dichiarazione diffusa dall’agenzia di stampa pro-Hamas Shehab che un accordo è possibile.  

“Le nostre richieste sono chiare e note e si può raggiungere un accordo, a patto che Netanyahu resti fedele a quanto concordato”, ha detto Badran. Non è chiaro se i commenti di Badran siano una risposta alla proposta egiziana di un cessate il fuoco di due giorni a Gaza per scambiare quattro ostaggi israeliani con alcuni prigionieri palestinesi, seguito da 10 giorni di colloqui, scrive il Times of Israel.  

Al Arabiya aveva riferito in precedenza che Hamas sarebbe disponibile ad accettare la proposta egiziana a condizione che fosse incorporata nelle sue richieste del 2 luglio per un accordo sugli ostaggi. Il gruppo vorrebbe inoltre garanzie che Israele si impegni a far sì che la proposta egiziana faccia parte di un accordo completo. 

Secondo quanto riferito alla Cnn da una fonte informata sui colloqui, non bisogna aspettarsi “progressi significativi” nei colloqui sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi tra Hamas e Israele fino a quando non sarà dichiarato il vincitore delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. 

Secondo la fonte, rimasta anonima, l’ultimo round di colloqui – iniziato ieri a Doha, in Qatar – non si è focalizzato sul rilascio degli ostaggi e su un accordo di cessate il fuoco, ma piuttosto sull’avvio del processo. Al tavolo dei negoziati si è parlato anche della guerra in Libano, di Iran e della sua influenza regionale, ha aggiunto la fonte, precisando che un nuovo round di colloqui dovrebbe tenersi entro pochi giorni. 

L’Idf ha pubblicato nuovi filmati ripresi dalla telecamera frontale di un soldato della Brigata Bislamach, durante il raid che ha portato all’uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar all’inizio del mese a Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale. Le truppe israeliane avevano ucciso quattro uomini armati nel quartiere Tel Sultan della città, uno dei quali si scoprì poi essere Sinwar. 

L’esercito ha pubblicato inoltre una registrazione delle comunicazioni radio durante l’attacco, in cui si sente dire: “Abbiamo eliminato un altro sporco terrorista, aveva una coperta addosso, per ora è eliminato, è finita”. Anche l’edificio in cui si trovava Sinwar è stato bombardato dai carri armati. Non è ancora chiaro se il colpo mortale sia stato inferto da un tiratore scelto o dal fuoco dei carri armati. 

Intanto i raid di Israele continuano. Sono oltre 43mila i palestinesi uccisi e 101mila quelli rimasti feriti nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra il 7 ottobre dello scorso anno. Lo ha comunicato il ministero della Sanità di Gaza City aggiornando il bilancio delle vittime a 43.020 e a 101.110 quello dei feriti.  

Le Forze di difesa israeliane affermano che le truppe hanno effettuato incursioni mirate nella zona centrale di Gaza e hanno ucciso diversi combattenti di gruppi terroristici. L’esercito ha aggiunto che le truppe hanno combattuto anche contro terroristi nelle aree di Rafah e Jabaliya. “Le forze continuano i loro sforzi per evacuare i civili in aree sicure, nonostante gli sforzi di Hamas per impedire ai civili di farlo”, ha detto ancora l’Idf. 

Il ministero della Salute di Gaza ha comunicato che Israele ha “arrestato tutto il personale medico” dell’ospedale Kamal Adwan, nella Striscia settentrionale, tranne un pediatra. Il ministero ha chiesto alle istituzioni internazionali di “inviare rapidamente team medico-chirurgici all’ospedale” e in una nota ha anche invitato chiunque abbia competenze chirurgiche a prestare assistenza all’ospedale Kamal Adwan, per “salvare quanti più feriti e malati possibile”. 

Le Forze di difesa israeliane hanno riferito di aver arrestato circa un centinaio di sospetti miliziani di Hamas durante il raid compiuto nell’ospedale di Kamal Adwan. “Armi, fondi terroristici e documenti di intelligence sono stati trovati dentro e intorno all’ospedale”, si legge in un comunicato dell’esercito israeliano.  

L’esercito ha riferito che le forze militari e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno completato il raid nella roccaforte di Hamas presso l’ospedale. Centinaia di membri di Hamas sono stati uccisi negli scontri, si legge nella dichiarazione, e circa 50.000 palestinesi sono stati evacuati a Gaza City. 

L’esercito israeliano ha continuato a colpire le infrastrutture e a confiscare le armi appartenenti a Hezbollah nel Libano meridionale, uccidendo decine di militanti del Partito di Dio nelle ultime 24 ore. Lo rende noto l’Idf, aggiungendo che decine di attacchi aerei hanno colpito cellule terroristiche e infrastrutture, tra cui un lanciarazzi utilizzato per colpire Israele. 

Gli aerei israeliani hanno attaccato il quartiere Raml nella città di Tiro, uccidendo almeno 7 persone e ferendone altre 17, riferisce il ministero della Salute libanese.  

Il portavoce in lingua araba delle Idf Avichay Adraee ha chiesto ai cittadini di Tiro di ”evacuare immediatamente” molti quartieri della città portuale in vista di un nuovo attacco aereo. Nella nota condivisa dall’esercito israeliano su ‘X’ si legge che molti miliziani di Hezbollah stanno operando negli edifici della zona e si chiede ai cittadini di ”dirigersi a nord del fiume Awali”. 

”Le attività di Hezbollah costringono l’Idf ad agire contro di esso con la forza, ma non intendiamo farvi del male”, si legge nel messaggio di Adraee rivolto ai cittadini libanesi, spiegando che ”chiunque si trovi vicino agli elementi di Hezbollah, alle sue strutture e alle sue attrezzature da combattimento sta mettendo in pericolo la propria vita”. 

Intanto il governo libanese ha presentato una denuncia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per gli attacchi israeliani contro i media dopo la morte di tre giornalisti in un raid compiuto venerdì scorso nel sud del Paese dei cedri. In una nota pubblicata sul social X, il ministero degli Esteri libanese ha dichiarato che “i ripetuti attacchi israeliani contro i media costituiscono un crimine di guerra” e ha chiesto che le autorità israeliane “siano ritenute responsabili” e “vengano punite per questo”. 

L’Iran userà “tutti gli strumenti disponibili per rispondere in modo decisivo all’aggressione” di Israele e “di regola, la nostra risposta avviene in base al tipo di attacco” subito. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghaei, commentando la rappresaglia israeliana di sabato scorso contro la Repubblica islamica. 

“L’Iran non rinuncerà al suo diritto di rispondere al regime israeliano. Siamo determinati e seri nel rispondere al momento opportuno”, ha proseguito durante un punto stampa il portavoce, ribadendo “l’urgenza di fermare il genocidio e l’aggressione a Gaza e in Libano”. 

Il comandante supremo delle Guardie rivoluzionarie iraniane ha avvertito Israele che dovrà affrontare “amare conseguenze” dopo l’attacco ai siti militari iraniani. Lo riferiscono i media iraniani, secondo i quali il capo delle Guardie Hossein Salami, citato dall’agenzia di stampa Tasnim, afferma che Israele “non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi” con i suoi raid aerei di sabato, definendolo un segno di “errore di calcolo e impotenza” e avvertendo che “le amare conseguenze sono inimmaginabili” per Israele. 

Stando a quanto riferito dalla televisione israeliana Kan, citando fonti iraniane, poco prima che Israele lanciasse il suo attacco di rappresaglia contro l’Iran sabato, i sistemi radar iraniani sono stati violati e gli schermi radar si sono bloccati. 

Secondo fonti iraniane citate da Kan, a causa di questa possibile violazione, la capacità dell’Iran di intercettare obiettivi è stata limitata e ha permesso all’aeronautica militare israeliana di penetrare nello spazio aereo iraniano. Nei raid di sabato è stato ucciso un civile, hanno indicato diversi media della Repubblica islamica, mentre il bilancio ufficiale fornito dalle autorità iraniane non parla di vittime civili.  

L’Iraq ha intanto inviato una lettera di protesta ufficiale al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e al Consiglio di Sicurezza nella quale condanna la violazione del suo spazio aereo da parte di Israele per attaccare l’Iran.  

Il portavoce del governo di Baghdad, Bassim al-Awadi, ha affermato in una nota che la lettera condanna “la palese violazione dello spazio aereo e della sovranità dell’Iraq da parte dell’entità sionista, che ha utilizzato lo spazio aereo iracheno per eseguire un attacco alla Repubblica islamica dell’Iran il 26 ottobre”.