(Adnkronos) – Israele smentisce la notizia secondo la quale il gruppo palestinese Hamas avrebbe approvato una lista di 34 ostaggi da rilasciare nella prima fase di un accordo sugli ostaggi. E’ quanto rileva ‘The Times of Israael’. “Al momento, Hamas non ha fornito una lista di ostaggi”, spiega l’Ufficio del Primo Ministro in un comunicato. Secondo l’emittente ‘N12’ Hamas ha presentato una lista, ma non ha indicato chi è vivo e chi no. 

Chi e quanti ostaggi liberare era il principale nodo da risolvere, aveva spiegato un alto funzionario israeliano al Times of Israel, affermando che ”Hamas non li rilascerà tutti. Non hanno interesse a farlo. A meno che Israele non dica che è la fine della guerra, e Israele non lo dirà”. 

Il capo del Mossad David Barnea si recherà domani a Doha, in Qatar, per quello che secondo fonti palestinesi citate da Al-Araby Al-Jadeed sarà ”un giorno decisivo per i negoziati” sugli ostaggi e il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo scrive il sito di Ynet. L’ufficio del primo ministro israeliano non ha confermato il viaggio di Barnea a Doha. Benjamin Netanyahu ha convocato per oggi pomeriggio nel suo ufficio di Gerusalemme un piccolo gruppo di ministri per un incontro sulla sicurezza. 

E’ di 88 morti il bilancio dei nuovi raid israeliani contro la Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo ha denunciato il ministero della Sanità, che porta a 45.805 il numero di vittime dal 7 ottobre dello scorso anno. I feriti sono invece 109.064. 

Intanto su Telegram le Idf hanno scritto che l’Aeronautica israeliana ha colpito oltre 100 “obiettivi terroristici” nella Striscia di Gaza durante tutto il weekend. Secondo le Idf, sono stati “eliminati” nel corso degli attacchi decine di terroristi di Hamas. Le Forze di difesa israeliane hanno anche riferito di aver colpito numerose basi di lancio per i razzi sparati da Gaza contro Israele. Le Forze armate e i servizi di intelligence “continueranno a operare contro le organizzazioni terroristiche nella Striscia in difesa dei cittadini di Israele”, affermano le Idf. 

Le Forze di difesa israeliane oggi hanno inoltre riferito di aver intercettato un missile dallo Yemen, il cui lancio è stato rivendicato dagli Houthi. In un post su Telegram, le Idf hanno scritto: “Dopo che le sirene sono suonate a Talmei Elazar, un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato prima che entrasse in territorio israeliano”. In una nota, i miliziani sciiti hanno rivendicato di aver sparato “un missile balistico ipersonico” contro una centrale elettrica a sud di Haifa. 

Il ministero degli Esteri israeliano ha intanto fatto sapere di aver dato aiuto al soldato delle Idf indagato in Brasile per presunti crimini di guerra a Gaza favorendo la sua uscita dal Paese. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri israeliano, che ha ordinato alla sezione consolare e all’ambasciata in Brasile di contattare il militare e la sua famiglia e di ”accompagnarli fino alla rapida e sicura partenza dal Brasile”. L’accusa nei confronti del militare israeliano è quella di aver partecipato alla demolizione con esplosivi di un complesso residenziale nella Striscia di Gaza nel novembre dello scorso anno. 

 

Sul versante libanese, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha accusato Hezbollah di aver violato l’accordo sul cessate il fuoco, minacciando di ”rispondere con la forza”. Se Hezbollah non si ritira dal sud del Libano, ”l’accordo non è valido”, ha affermato Katz citato dal Times of Israel. ”Israele è interessato ad applicare l’accordo in Libano e continuerà ad agire senza compromessi per permettere un ritorno in sicurezza nelle loro case da parte dei residenti del nord”, ha aggiunto il ministro durante una visita a una base dell’Idf nel nord di Israele. 

Katz ha però sottolineato che ”la prima condizione per l’attuazione dell’accordo è il ritiro completo dell’organizzazione terroristica Hezbollah oltre il fiume Litani, lo smantellamento di tutte le armi e la rimozione delle infrastrutture terroristiche nella zona da parte dell’esercito libanese, cosa che non è ancora accaduta”. Il ministro israeliano ha aggiunto che “se questa condizione non verrà soddisfatta, non ci sarà alcun accordo e Israele sarà costretto ad agire in modo indipendente per garantire il ritorno sicuro dei residenti del nord alle loro case”.  

Il defunto segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso lo scorso 27 settembre in un raid aereo israeliano, verrà sepolto dopo i primi 60 giorni dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore lo scorso 27 novembre con Israele. Lo ha annunciato un alto funzionario di Hezbollah, Wafiq Safa, spiegando ai giornalisti che sono in corso i preparativi per la sepoltura di Nasrallah e del suo vice Hashem Safieddine. “Hezbollah è pronto ad affrontare qualsiasi aggressione nel modo che riterrà appropriato”, ha aggiunto Safa parlando nella roccaforte sciita di Dahiyeh a sud di Beirut.