(Adnkronos) – Il 22 novembre prenderà il via la nona edizione di Uno sguardo raro – Rare Disease International Film Festival (Rdiff), l’unico festival cinematografico internazionale interamente dedicato alle sfide della vita legate a malattie rare e condizioni di diversità. Il programma è stato annunciato in anteprima ieri, presso lo Spazio Lazio Terra di Cinema della Regione Lazio – AuditoriumArte, Auditorium Parco della Musica, nel corso della Festa del Cinema di Roma, alla presenza dei direttori artistici Claudia Crisafio e Massimiliano Franciosa, dei giurati di qualità e dei registi dei cortometraggi selezionati. Con una proposta innovativa e coraggiosa – si legge in una nota – il festival, che si terrà a Roma e vedrà anche una tappa speciale in Francia, si conferma come un importante punto di riferimento per la promozione dell’inclusione attraverso il cinema. 

Grazie alla sua capacità di affrontare temi complessi con sensibilità e potenza narrativa, Uno sguardo raro – Rdiff ha saputo negli anni superare barriere culturali e stereotipi, ponendo al centro del discorso cinematografico le storie di chi vive con fragilità legate a malattie rare e disabilità. L’edizione 2024 del festival si svolgerà dal 22 novembre al 1° dicembre, portando una serie di proiezioni ed eventi straordinari tra Roma e la Francia. La manifestazione prenderà il via, con una selezione dei migliori corti internazionali, al cinema Espace Saint Michel di Parigi il 22 novembre e al cinema le Parterre di Dourdan il 24, per poi continuare a Roma e Grottaferrata, coinvolgendo il pubblico in diverse location, tra cui il Cinema Alfellini di Grottaferrata, la Biblioteca Marconi e l’Istituto Cine-Tv Roberto Rossellini.  

La cerimonia di premiazione si terrà alla Casa del Cinema di Roma il 1° dicembre. Tra i protagonisti delle opere selezionate quest’anno spiccano figure di rilievo del cinema italiano quali Rolando Ravello, attore e regista, vincitore del Ciak d’oro per la sceneggiatura di ‘Perfetti sconosciuti’ di Paolo Genovese, Marina Massironi, David di Donatello per l’interpretazione in ‘Pane e tulipani’, Eleonora Cadeddu di ‘Un medico in famiglia’ e Diane Fleri, nota al grande pubblico per il ruolo di Francesca in ‘Mio fratello è figlio unico’ di Daniele Luchetti. 

Ventuno cortometraggi e 4 racconti brevi, oltre a 4 corti francesi vincitori delle passate edizioni, provenienti da diversi Paesi (Spagna, Francia, Usa, Messico, Brasile, Regno Unito, India, Belgio e Italia) e trattanti tematiche variegate e attualissime – quali l’inclusione scolastica e lavorativa, l’amore e la sessualità, la vita dei siblings (i fratelli e le sorelle di persone con malattie rare o disabilità), il ruolo dei caregivers e il viaggio come metafora di crescita e trasformazione – saranno i finalisti della nona edizione del festival e verranno valutati da una giuria di qualità presieduta da Gianmarco Tognazzi. Oltre 20, invece, i premi, tra cui i prestigiosi Premi Usr – Heyoka dedicati all’inclusione e all’empatia, Usr – Pa Social e la menzione speciale Ifo – Istituti fisioterapici ospitalieri per i progetti di comunicazione in sanità, Usr – Associazioni Uniamo, in collaborazione con la Federazione nazionale malattie rare, Usr – Alleanza, in collaborazione con l’Osservatorio malattie rare e Usr-Grottaferrata in collaborazione con il Comune e il Cinema Madison. 

“Il numero 9 è per me una cifra speciale: 9 sono i mesi in cui ho portato mio figlio in grembo e Nove è il titolo di uno spettacolo teatrale che amiamo profondamente – dichiara Claudia Crisafio – Questo numero rappresenta la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo, l’origine e la gioia d’aver compiuto un percorso, pronti a superare il passato e guardare al futuro. Simboleggia l’evoluzione delle emozioni umane che ritroverete in molte delle opere di questa edizione e, non a caso, l’associazione che promuove il festival si chiama proprio Nove Produzioni”. 

Nato come una semplice rassegna cinematografica nel 2016, il festival Uno sguardo raro si è evoluto nel tempo, rappresentando un appuntamento internazionale atteso, in cui il cinema diventa uno strumento potente per portare alla luce le condizioni di malattia spesso misconosciute o stereotipate. Oltre a raccontare storie di vita uniche, oggi il festival abbraccia il tema della diversità e dell’inclusione in generale. Nelle edizioni precedenti sono stati visionati più di 3.500 cortometraggi provenienti da oltre 120 Paesi, consegnati 80 premi e realizzate più di 50 collaborazioni. Il festival ha ricevuto il patrocinio di Senato della Repubblica, Camera dei deputati (per l’1 dicembre), Roma Lazio Film Commission, Regione Lazio, Comune di Roma assessorato alla Cultura, Uniamo Federazione italiana malattie rare ed Eurordis. 

La manifestazione – dettaglia la nota – è realizzata grazie al contributo non condizionato di Sanofi, Banco Bpm e Ipsen, azienda biofarmaceutica impegnata in oncologia, neuroscienze e malattie rare, che partecipa al festival con ‘For a Chance’, la storia di Francesca e sua figlia di 5 anni Eva Luna, nata con la Colestasi Intraepatica Familiare Progressiva (Pfic), una rara malattia del fegato.  

“Sensibilizzare il pubblico sulle incredibili difficoltà che affrontano quotidianamente le persone che hanno a che fare con la Pfic non è semplice, ma la forza comunicativa delle arti e in questo caso del cinema, può essere di grande aiuto – afferma Chiara Loprieno, Communication & Patient Advocacy Director Ipsen Italia – Per questo, Francesca ha voluto raccontare con la sua piccola Eva Luna le sfide, le paure e la grande determinazione messe in campo da entrambe in questa esperienza. Quegli stessi elementi che fondano l’approccio di Ipsen nel portare valore alla comunità, al di là della terapia: testa, cuore e mani, andando oltre lo status quo con coraggio, passione e lavoro di squadra”. 

“Come azienda, ci impegniamo ogni giorno per migliorare la vita di chi affronta malattie complesse, come le malattie rare, dove esistono ampi bisogni medici ancora insoddisfatti – conclude Ilaria Prato, Associate Director Corporate Affairs di Biogen Italia – Lo facciamo non solo attraverso la ricerca scientifica e lo sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative, ma anche con progetti come ‘Da Grande. Storie di chi cresce con la Sma’, che vuole dare voce in modo autentico a chi cresce con l’atrofia muscolare spinale e raccontare il nuovo volto di questa malattia rara. Il nostro obiettivo con questi progetti è abbracciare a 360° i bisogni dei pazienti, delle loro famiglie e di tutta la comunità di medici e professionisti che li affiancano ogni giorno”.