(Adnkronos) – In Cina c’è chi festeggia per la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane: è boom per il mondo dei gadget. Il tycoon ha minacciato di imporre dazi al 60% sui prodotti cinesi e c’è il rischio di un’escalation della guerra commerciale nei prossimi mesi, ma nel gigante asiatico c’è almeno un settore dell’economia che ha già tratto vantaggio dal trionfo di Trump. 

Bisogna guardare a Yiwu, la città del commercio nella provincia di Zhejiang, il ‘negozio’ del mondo. Qui, racconta il South China Morning Post, dopo la vittoria elettorale di Trump gli ordini per i gadget, e non solo, sono schizzati alle stelle. 

“La notte dell’annuncio dei risultati delle elezioni americane, le mie vendite hanno visto un’impennata. Oltre 3.000 ordini in una sola notte”, ha raccontato al South China Morning Post il 30enne Ricky Luo, nel settore dell’e-commerce. Prima vendeva solo “una manciata” al giorno di prodotti collegati in qualche modo al tycoon. Il 5 novembre è stata la sua fortuna. Luo acquista i ‘cappellini Trump’ made in China per 0,56 dollari e li rivende negli Usa a 9 dollari tramite piattaforme cinesi e non solo. 

Un imprenditore specializzato nell’aiutare le aziende cinesi a vendere sui mercati esteri ha spiegato al giornale che dalla vittoria di Trump ha ricevuto un numero di richieste da parte dei commercianti di Yiwu dieci volte superiore rispetto al periodo precedente le elezioni. 

Lo scorso luglio erano state subito messe in vendita sulle piattaforme di e-commerce cinesi T-shirt con l’immagine simbolo di Trump, dopo l’attacco in Pennsylvania, il sangue sul volto e il pugno alzato. Altrettanto rapidamente erano poi ‘sparite’, ritirate – senza una spiegazione – dopo essere state disponibili per una manciata di dollari, come aveva ricostruito la Bbc, su Taobao e JD.com. ‘Censurate’, secondo la rete britannica. Al South China Morning Post un’ ‘imprenditrice’ 25enne raccontava allora di aver ricevuto più di duemila ordini per le T-shirt ad appena tre ore dal via alle vendite. Ordini arrivati per lo più dalla Cina e dagli Usa.  

“Non ci sono vincitori in una guerra dei dazi o in una guerra commerciale. Né il mondo ne trarrebbe beneficio”, ripetono dalle stanze della diplomazia del gigante asiatico.