(Adnkronos) –
I soldati della Corea del Nord oggi entrano in guerra accanto alla Russia contro l’Ucraina. Questa, almeno, è la convinzione di Kiev. I primi reparti che Kim Jong-un ha messo a disposizione di Vladimir Putin, nel conflitto in corso da quasi 1000 giorni, oggi arriveranno nella regione di Kursk, occupata dal 6 agosto dalle forze armate ucraine. La novità è stata anticipata da Kyrylo Budanov, capo del servizio di intelligence militare (GUR) ucraino, al canale Telegram The War Zone. Budanov non ha chiarito dettagli relativi al numero di soldati nordcoreani e al loro equipaggiamento: “Vedremo nel giro di un paio di giorni”. 

Prima di Budanov è stato il presidente Volodymyr Zelensky ad esprimersi sull’entrata in scena, imminente, dei soldati nordcoreani. “Stanno arrivando, siamo pronti alla sfida”, ha detto Zelensky. L’intelligence ucraina e quella sudcoreana hanno monitorato movimenti e attività nelle ultime settimane. Circa 1500 uomini delle forze speciali nordcoreane, gli ‘schiavi da combattimento’ di Kim-Jong-un, sono state segnalati nell’estremo oriente russo per attività di addestramento.  

Secondo le informazioni in possesso delle autorità ucraine, la Russia potrebbe impiegare fino a 12000 soldati nordcoreani, suddivisi in due brigate. Le news sono state smentite da Pyongyang: la Corea del Nord si limiterebbe quindi a fornire armi e munizioni all’esercito di Putin. Kim Yo Jong, la potente sorella di Kim Jong Un, non ha esitato definire Kiev e Seul “cani cattivi allevati dagli Stati Uniti”. Intanto, la Corea del Sud “valuta l’invio di personale in Ucraina per monitorare le truppe nordcoreane dispiegate a sostegno della Russia”, come ha scritto l’agenzia sudcoreana Yonhap che cita fonti governative. 

L’impiego di rinforzi nordcoreani nella regione di Kursk consentirebbe alla Russia di contrastare l’invasione ucraina senza sguarnire altre zone del fronte. Le forze di Kiev hanno varcato il confine il 6 agosto arrivando a controllare circa 1200 km quadrati. 

Zelensky ha detto e ripetuto, in questi 2 mesi e mezzo, che l’operazione procede secondo i piani: l’Ucraina ha di fatto creato una zona cuscinetto che ha impedito alla Russia di sferrare attacchi sempre più massicci contro la regione di Sumy. Kiev, d’altra parte, non ha ottenuto dagli Stati Uniti il via libera per utilizzare missili a lungo raggio Atacms contro obiettivi militari in territorio nemico. Il blitz a Kursk, quindi, si è trasformato in una sorta di stallo in cui ora dovrebbe intervenire il fattore nordcoreano. 

La Russia, in questo quadro, potrebbe continuare a concentrarsi sul proprio obiettivo principale, il fronte nel Donetsk. Le forze di Mosca nelle ultime ore sono riuscite ad attraversare il corso d’acqua che sfiora la città di Chasiv Yar e che fino a ora è stata la linea del fronte, hanno ammesso le fonti militari ucraine. 

La località, in cui prima dell’inizio della guerra abitavano 12mila persone, si trova sulla cima di una collina considerata strategica, a ovest del canale. “Non stiamo per perdere Chasiv Yar. In questo momento proseguono i combattimenti intensi”, ha precisato un portavoce della 24esima brigata, Ivan Petrychak. 

La strategia complessiva della Russia, però, non si esaurisce qui. Secondo l’Economist, infatti, gli invasori si preparano a lanciare un’offensiva nella regione di Zaporizhzhia: questa, almeno, la previsione di una autorevole fonte ucraina.