(Adnkronos) – A Bruxelles, da oggi e per i prossimi due giorni, il vertice dei ministri della Difesa Nato. Sul tavolo, tra i punti chiave, la produzione di armi per l’Alleanza e il focus sull’Ucraina.
“Nei prossimi due giorni, i ministri della Difesa Nato s’incontreranno per la prima volta dal summit di Washington dello scorso luglio e puntiamo a implementare alcune decisioni chiave prese allora: rafforzare la nostra deterrenza e difesa, supportare l’Ucraina approfondendo la nostra partnership”, ha dichiarato ieri il segretario generale della Nato, Mark Rutte, nella conferenza stampa d’apertura del vertice. Rutte, che si è insediato il primo ottobre, ha esortato gli Stati membri “a produrre più armi e munizioni, a costi più bassi e rapidamente”, affermando che l’Alleanza è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di spesa di 40 miliardi di euro per l’Ucraina quest’anno.
Per i prossimi due giorni la capitale belga ospiterà i ministri della Difesa dei paesi membri dell’organizzazione, oltre ai Paesi partner dell’Indo-Pacifico – Australia, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda – che per la prima volta prenderanno parte al vertice ministeriale. Presenti anche l’Unione Europea (“testimonianza della nostra partnership unica”) e il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov.
Il sostegno a Kiev sarà il tema centrale, con Volodymyr Zelensky, che ieri ha presentato in Parlamento a Kiev i cinque punti del suo piano per la vittoria, che nutre ancora grandi aspettative dopo essere rimasto ‘deluso’ dal rinvio del summit di Ramstein di sabato scorso, saltato perché Joe Biden era rimasto negli Stati Uniti per l’uragano Milton. Il presidente ucraino, a Bruxelles per partecipare al vertice Ue, sarà anche al quartier generale della Nato per un incontro con il segretario generale Rutte. Alle 18.20, secondo quanto si legge nel comunicato con il programma aggiornato dell’incontro, è prevista una conferenza stampa congiunta di Rutte e Zelensky.
Intanto Rutte si è detto ottimista circa l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, un percorso “irreversibile” che avverrà “al momento giusto”.
Il numero uno dell’Alleanza ha annunciato che i ministri della Difesa “rivedranno lo status delle operazioni in corso nei Balcani”, uno scenario che rimane “preoccupante” soprattutto a causa delle crescenti “minacce secessioniste” in Bosnia Erzogovina e la “fragile situazione di sicurezza” del Kosovo. Preso atto dei “pochi progressi ottenuti dai negoziati Belgrado-Pristina voluti dall’Ue”, bisogna anche fare attenzione alla “minaccia alla democrazia rappresentata dalla Russia” attraverso “cyber-attacchi e disinformazione”. C’è inoltre il timore, ha ammesso Rutte, che “la Corea del Nord stia sostenendo gli sforzi bellici di Russia e Iran, anche se le notizie non sono confermate”. “La Corea del Sud sostiene gli alleati della Nato, la partnership tra Nato e Seul si approfondirà”, la promessa del segretario generale.
Un altro argomento caldo, secondo Politico, potrebbe essere il ripensamento della politica decennale dell’alleanza sulle relazioni con la Russia, essendo Mosca diventata ormai la “minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli alleati”. Nonostante dal 2022 sia mutato il tono verso Mosca, la Nato continua ad attenersi al “Founding Act”, documento firmato nel 1997, sei anni dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che stabilisce l’obiettivo comune di “costruire un’Europa stabile, pacifica e indivisa”.
Ma ora l’obiettivo è quello di definire una strategia definitiva pronta per essere approvata al prossimo vertice della Nato, previsto per il giugno 2025 all’Aja. Sebbene vi sia un consenso generale sulla necessità di una nuova strategia, esistono alcune differenze di approccio tra i membri. Ad esempio, Ungheria e Slovacchia continuano a mantenere contatti stretti con il Cremlino, vedendo un valore strategico nell’impegno con la Russia.