(Adnkronos) – I sogni dei piccoli reali inglesi hanno lasciato tutti di stucco: baby George vorrebbe fare il pizzaiolo, la principessa Charlotte, infermiera. Entrambi ben lontani dalle ambizioni di corte. Ma cosa avrebbero fatto i personaggi nostrani se non avessero intrapreso la strada che li ha portai alla fama?
 

La premier Meloni, per esempio, voleva fare la pallavolista. Jovanotti, invece, sognava di essere un pittore come Raffaello. L’attore Paolo Calabresi avrebbe dovuto fare l’avvocato e ha confessato di essersi fermato a pochi esami dalla laurea. Un caso particolare è quello del giovane attore Federico Cesari: pur avendo conseguito la laurea in medicina, il successo ottenuto prima con le serie ‘Skam Italia’ e poi con ‘Tutto chiede salvezza’ gli ha fatto capire che la sua vera strada era la recitazione. E Luca Argentero? Puntava a rete: avrebbe voluto fare il tennista. 

Un’insolita aspirazione è invece quella di Cristiano Malgioglio che all’Adnkronos rivela: “Volevo fare l’ostetrica. Avevo una parente che faceva questo lavoro e l’idea di assistere alla nascita mi esaltava. Poi ho pensato al dermatologo, per curare le malattie della pelle. Per fortuna, crescendo, ho scelto la strada giusta, quella che so fare bene”. Baby George pizzaiolo? “Farà sicuramente pizze stellari”, scherza Valeria Marini che da bambina sognava di “fare la vetrinaria. Volevo curare gli animali. Li amo moltissimo perché sono cresciuta nella tenuta dei nonni dove ce ne erano tanti. M sarebbe piaciuto tantissimo”.  

Anche Nancy Brilli confessa un’antica passione: “Da bambina scrivevo e leggevo, avrei voluto farlo per sempre. Poi la vita mi ha portato all’Istituto d’Arte, dove ho studiato grafica e fotografia. Pensavo che quello sarebbe stato il mio futuro”. Ma un incontro inaspettato ha cambiato il corso delle cose: “All’Istituto ho conosciuto la figlia di Squitieri, che mi ha fatto fare il primo film”, racconta l’attrice. E anche Ornella Muti sognava altro per il suo futuro: “Ero molto piccola quando ho iniziato a lavorare, avevo appena 14 anni e sognavo di fare la ballerina classica. Ci ho provato ma, tra lavoro e studi, non sono riuscita ad andare avanti”. Poi è arrivato il cinema: “Ho iniziato a fare l’attrice ed eccomi qua”, dice all’Adnkronos.  

Anche Simona Marchini sognava la danza classica: “Passavo le giornate in casa a girare in pantofole cercando di salire sulle punte”, racconta. Un incontro con Attilia Radice, prima ballerina del Teatro dell’Opera di Roma, le spense però l’entusiasmo. “Con poche parole distrusse un sogno e una carriera. ‘Scusi – disse a mio padre- ma con quei polpacci dove vuole arrivare?'”.  

Negli anni, racconta Marchini, “divenne un vero e proprio complesso. Chiedevo a mia madre di indossare abiti lunghi per nascondere i polpacci o entrare nella compagnia di Moissev. Con abiti tradizionali e scarponcini avrei nascosto, danzando, i polpacci. Mio padre mi impedì di andare a Mosca nei lontani anni ’50. La mia vita e la mia carriera hanno poi preso altre strade. Ma non ho mai dimenticato la danza”.  

La danza era il sogno anche di una piccola Elena Sofia Ricci: “Da bambina sognavo di fare la ballerina, ma presto ho capito che forse sarebbe stato meglio cambiare strada. Per fortuna mia sorella, che è decisamente più brava di me, ha realizzato il mio sogno per entrambe”.  

La sorella di Elena Sofia Ricci è, infatti, Elisa Barucchieri, danzatrice, coreografa direttrice artistica e fondatrice della compagnia Res Exstensa: “Da piccola sognavo anch’io di diventare ballerina, ma a 11 anni la mia maestra di danza mi disse che avevo l’ossatura troppo grossa, dovevo smettere perché non avevo speranze. Ma non ho mai mollato”, racconta Elisa rivelando la sua forte determinazione: “Ho fatto sci agonistico e discesa libera, all’università ho deciso di riprendere la danza. Col tempo ho capito che la mia maestra aveva ragione. Se fossi rimasta con lei non sarei mai diventata ballerina”.  

Anche chi sembrava predestinato ha avuto le sue incertezze. Lo chef Antonello Colonna, proveniente da una famiglia di ristoratori, ricorda: “I miei hanno sempre fatto di tutto per allontanarmi da un destino che sembrava segnato. Hanno fatto di tutto per convincermi a scegliere un posto fisso e uno stipendio sicuro, in banca per esempio. E anch’io confesso che mi stavo abituando all’idea di un lavoro e di una vita meno faticosa. Poi il destino e forse il mio dna hanno deciso diversamente”.  

Nel mondo dello sport, Corrado Barazzutti, tennista fra i più noti e vincenti del panorama italiano, commenta con ironia le aspirazioni del piccolo George: “Capisco che i principi William e Kate possano essere preoccupati, ma il pizzaiolo è un mestiere che può dare grandi soddisfazioni. Il rischio è quello di mangiare buone pizze”. E confessa: “Da piccolo mi sarebbe piaciuto volare – ammette Barazzutti – avrei tanto voluto fare il comandante o il pilota”. 

Ben diverso il percorso di Daniele Masala, pentatleta olimpionico e presidente del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo: “Ho cominciato a fare sport a 8 anni e sono stato travolto dal suo fascino. Il mio sogno era uno solo: vincere le Olimpiadi”. “Per 20 anni – prosegue – ho tenuto nel portafogli una frase del poeta greco Pindaro, che paragonava le vittorie olimpiche alla luce del sole. E a 29 anni ho trasformato il sogno in realtà”, nei giochi di Los Angeles del 1984, quando Masala conquistò l’oro nel pentathlon individuale e in quello a squadre con Carlo Massullo e Pierpaolo Cristofori. 

Anche Dino Zoff, leggendario portiere, rivela: ”Giocavo a calcio e facevo il portiere senza pensare di arrivare in serie A. La passione era quella di giocare ma era una cosa talmente in alto, alla portata del sogno, che quando giocavo pensavo solo al presente. Poi feci le scuole per motorista meccanico”. 

Andando oltre i confini nazionali sono tante le star con sogni (stravaganti) nel cassetto. Harry Styles avrebbe voluto fare il fisioterapista, Rihanna la pilota e Sam Smith il fioraio, mentre Kim Kardashian sarebbe voluta diventare un’investigatrice forense.  

Sogni più o meno eccentrici, come quello di Guillermo Mariotto che da bambino volevo fare il Papa. “Avevo visto Paolo VI sul trono ‘accompagnato’ da enormi ventagli con piume di struzzo. Amavo quel coté così spettacolare della Chiesa…Ma nessuno della mia famiglia voleva prendermi sul serio. Pensavo fosse un lavoro come un altro, mi accusavano di essere blasfemo e sacrilego. Ma era quello che volevo fare davvero. Il papa eletto a furor di popolo. Ma quando ho saputo che c’era una ‘carriera’ da perseguire, lunghi studi e un conclave da affrontare ho desistito”.  

Una lungo percorso che invece non ha scoraggiato Papa Francesco, ma anche lui da bambino aveva altri progetti: voleva fare il macellaio. Come ha raccontato a Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’, la visione del macellaio che intascava i soldi lo affascinava. “Qui si vede la mia radice genovese materna. I genovesi sono così, un po’ attaccati ai soldi. Anche i piemontesi, ma dissimulano”, aveva scherzato il Pontefice.