(Adnkronos) – Rinviato il vertice sull’Ucraina in programma per sabato nella base americana a Ramstein in Germania. Sarebbe stato il primo a livello di leader. Nessuna nuova data è stata per ora indicata. Ma intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è in Croazia per un summit Ucraina-Europa sudorientale. E domani sarà Roma. In serata vedrà la premier Giorgia Meloni, l’incontro a cena alle 20.15 a Villa Doria Pamphilij. Venerdì sarà ricevuto in udienza dal Papa in Vaticano. Oltre alla tappa a Roma, il presidente ucraino nei prossimi giorni dovrebbe raggiungere anche altre capitali europee.
Sul campo, intanto, il ministero della Difesa di Mosca annuncia di aver ripreso il controllo di due località nella regione di Kursk, dove erano arrivati gli ucraini nell’offensiva a sorpresa della scorsa estate. Mentre dall’Ucraina arrivano notizie di un attacco che avrebbe colpito un sito nella regione russa di Bryansk in cui erano immagazzinate munizioni, anche nordcoreane.
A Ramstein Zelensky avrebbe voluto presentare “il piano per la vittoria, passi chiari e concreti verso una giusta fine della guerra”, del conflitto iniziato con l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio di due anni fa. Un piano già condiviso con il presidente americano Joe Biden, che ieri ha posticipato le visite previste in Germania e Angola “per supervisionare i preparativi e la risposta all’uragano Milton”.
Intanto al summit di Dubrovnik Zelensky incontra capi di Stato, premier o ministri degli Esteri di dodici Paesi (Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Romania, Serbia, Slovenia e Turchia). Con il primo ministro Andrej Plenkovic, Zelensky riferisce di aver parlato di “assistenza e cooperazione in materia di difesa, sminamento umanitario, riabilitazione dei nostri bambini e dei soldati feriti, ripresa dell’Ucraina e integrazione europea”. Firmato, precisa, “un accordo di cooperazione sul lungo periodo e di sostegno tra i nostri Paesi” così “insieme svilupperemo la cooperazione tra le nostre industrie della difesa” e “la Croazia continuerà a fornire equipaggiamento”.
Kiev resta fortemente dipendente dagli Usa dal punto di vista degli armamenti militari, ma a meno di un mese dalle elezioni per la Casa Bianca questo sostegno – come ha scritto nei giorni scorsi il Washington Post – resta incerto nei tempi, mentre l’attenzione sulla guerra va scemando nel mezzo della nuova escalation in Medio Oriente. E ieri Kiev ha fatto sapere di non aspettarsi più un secondo summit per la pace prima delle elezioni presidenziali Usa.
Ucraina e Medio Oriente avrebbero dovuto essere al centro dell’incontro che era stato annunciato per sabato a Berlino tra Biden, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer. E’ saltato insieme al vertice di Ramstein, ha confermato Berlino. Per il 17 e 18 ottobre a Bruxelles è prevista la ministeriale Difesa della Nato.
E proprio a Bruxelles il ‘gruppo Ramstein’ potrebbe riunirsi, a livello di ministri, in occasione della Ministeriale. Secondo quanto detto all’Adnkronos da fonti diplomatiche, l’idea di tenere una riunione del gruppo in concomitanza con la ministeriale Difesa risale a prima che il presidente degli Usa Joe Biden la convocasse a livello di leader questo sabato, per poi ‘sconvocarla’ a causa dell’uragano Milton, diretto verso la Florida. Ora, quindi, è possibile che si torni al formato precedente, ma su questa materia decidono gli Usa e ancora non sarebbe arrivata alcuna comunicazione.
Tappa anche a Parigi, domani, Zelensky. Come annunciato dalla presidenza francese, Emmanuel Macron accoglierà il presidente ucraino all’Eliseo, per “la sua quinta visita ufficiale dall’inizio dell’aggressione russa”. Una missione, si legge in una nota, che avviene “all’indomani della visita di Macron a una base militare nella regione di Gran Est dove si addestra una brigata ucraina”.
L’incontro previsto alle 15, sottolinea ancora l’Eliseo, “sarà l’occasione per il presidente di riaffermare la determinazione della Francia a continuare a sostenere, nel tempo e insieme ai partner, in modo incondizionato l’Ucraina e il popolo ucraino”.