(Adnkronos) – “Le patologie cronico-degenerative non trasmissibili sono molto importanti dal punto di vista sociale ed economico. La malattia renale cronica, in pazienti affetti da diabete, ipertensione o scompenso cardiaco ha bisogno di un approccio multidisciplinare. Si tratta di pazienti che non hanno solo bisogno del medico di medicina generale, ma del nefrologo, del cardiologo, del diabetologo”. Così Loreto Gesualdo, presidente Federazione delle società medico-scientiche italiane (Fism), commenta il lancio del progetto pilota ‘Conoscere e preservare la salute di cuore, rene e diabete’ (https://cuorerenidiabete.it) che offre consulenze specialistiche gratuite per pazienti con diagnosi di patologie cardiovascolari, renali e metaboliche presso 3 ambulatori di medicina generale a Roma, Milano e Caserta. L’iniziativa vuole sensibilizzare sull’importanza di monitorare la propria salute, non solo in caso di diagnosi accertata, ma anche per individuare eventuali condizioni latenti, per favorire una diagnosi tempestiva.  

Il progetto – promosso da Aristea, con il patrocinio di Fism e il contributo incondizionato di Astrazeneca – intende agevolare lo sviluppo di un network territoriale, connettendo medici di medicina generale con specialisti (cardiologi, diabetologi e nefrologi) per migliorare l’assistenza e ottimizzare i percorsi di cura. Questa iniziativa “si inserisce  – spiega Gesualdo – in un’attività più vasta della Fism che punta” a un approccio di “multidisciplinarietà con una prescrizione unica. Abbiamo visto quanto sia complesso il viaggio del paziente con malattia renale cronica comorbido – cioè il paziente diabetico, iperteso, con scompenso cardiaco  – che è costretto a vedere più specialisti e ad acquisire più prescrizioni che mettono poi il medico di medicina generale di fronte alla scelta su quale terapia impostare e come impostarla”.  

La malattia renale cronica “è molto frequente, colpisce il 10% della popolazione mondiale, più di 850 milioni di persone”. Si manifesta in un paziente comorbido perchè le cause si ritrovano più di frequente “nel diabete, nell’ipertensione, nelle malattie infiammatorie come le glomerulonefriti e nelle patologie genetiche come la malattia policistica”. Ma soprattutto – continua il presidente Fism – nelle  cause cardio-metaboliche e ipertensive, in modo particolare l’ipertensione, il diabete e lo scompenso cardiaco”. La diagnosi precoce di malattia renale cronica è importante per “evitare la progressione verso l’insufficienza renale terminale, che è rappresentata dalla dialisi e dal trapianto. Ma non dobbiamo dimenticare – avverte – che il paziente comorbido, il paziente con malattia renale cronica, diabete e ipertensione, è anche un paziente dall’elevato rischio cardiovascolare”. 

L’importanza dell’approccio multidisciplinare è legato ai costi diretti e indiretti ai quali questi pazienti vanno incontro. Sono costi diretti quelli legati alla necessità del paziente di “andare dal medico di medicina generale – chiarisce Gesualdo – e dopodiché rivolgersi ad altri specialisti come il diabetologo e il cardiologo che hanno la necessità di rivedere il caso clinico e di cambiare e variare l’impostazione terapeutica. I costi indiretti invece sono legati all’età avanzata del paziente che più delle volte ha bisogno del caregiver” che deve “assentarsi dal posto di lavoro per accompagnare il proprio caro nel percorso di cura multidisciplinare. Ed ecco quindi l’importanza di fare squadra – evidenzia – la necessità essenzialmente di mettere a punto nuovi percorsi diagnostico terapeutici che possano prendere il paziente multidisciplinare per mano e farlo andare verso il cosiddetto patient journey, il viaggio di cura del paziente affetto da malattia renale cronica con multicomorbidità. Il sogno nel cassetto è cercare di realizzare un unico percorso con un’unica prescrizione, avere il paziente in presenza dal medico di medicina generale o dal nefrologo o dal cardiologo o dal diabetologo e condividere in piattaforma digitalizzata il percorso clinico-terapeutico-assistenziale a cui quel determinato paziente comorbido andrà incontro”. 

A tale proposito “la Fism ha lanciato un progetto di multidisciplinarietà con prescrizione unica – sottolinea Gesualdo –  un progetto che si basa su una piattaforma di digitalizzazione che vede il paziente al centro dell’attenzione. Quello che si vuole fare è cercare di creare un forte link, una forte collaborazione tra il medico di medicina generale, il nefrologo e con tutti gli altri” specialisti. “Quello pilota  – conclude il presidente Fism – è uno studio di fattibilità che troverà però lo sviluppo nel patient journey, dalla multidisciplinarità alla prescrizione unica, che in questo momento non è tariffata in Italia”.