(Adnkronos) – L’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha aggiornato le Linee guida per le multinazionali sulla condotta d’impresa responsabile alla luce delle nuove urgenze sociali, ambientali e tecnologiche.Le Linee guida, riviste per l’ultima volta nel 2011, sono lo standard di riferimento a livello mondiale sulla condotta d’impresa responsabile, ampiamente applicate nelle politiche pubbliche e nelle pratiche commerciali. Si tratta di raccomandazioni rivolte dai governi alle imprese multinazionali che operano in o a partire dai Paesi aderenti all’Ocse. 

Queste linee guida forniscono principi e standard non vincolanti per promuovere una condotta d’impresa responsabile, rispettosa delle leggi applicabili e degli standard internazionali riconosciuti. Sono l’unico codice di condotta d’impresa responsabile concordato a livello multilaterale, sostenuto dai governi. 

Anche le piccole e medie imprese sono incoraggiate a seguire le Linee guida nella misura più ampia possibile. Le imprese sono inoltre chiamate ad incentivare, laddove possibile, i propri partner commerciali, inclusi fornitori e subcontraenti, ad adottare comportamenti imprenditoriali responsabili conformi a queste linee guida. 

L’obiettivo è garantire che le attività delle imprese multinazionali siano allineate alle politiche statali, rafforzando la fiducia tra le imprese e i Paesi in cui operano, migliorando il clima per gli investimenti esteri e aumentando il contributo delle imprese multinazionali allo sviluppo sostenibile.  

Anche se le linee guida non sono vincolanti, gli Stati firmatari hanno il dovere di istituire un Punto di Contatto Nazionale, il quale promuove l’attuazione delle raccomandazioni e può avviare una procedura di conciliazione informale nel caso di presunte violazioni delle Linee guida che costituiscono un elemento essenziale della dichiarazione dell’Ocse ugli investimenti internazionali e le imprese multinazionali. Il Comitato Investimenti dell’Organizzazione monitora l’applicazione delle Linee guida e facilita lo scambio di opinioni a intervalli regolari. 

La modifica apportata l’8 giugno delinea una condotta aziendale responsabile, focalizzandosi sui principali rischi sociali e ambientali che derivano dall’attività di impresa nel contesto del mercato globale. 

Le Linee guida coprono tutte le aree chiave della responsabilità d’impresa, tra cui i diritti umani, i diritti del lavoro, l’ambiente, la corruzione, gli interessi dei consumatori, la divulgazione, la scienza e la tecnologia, la concorrenza e la fiscalità. 

Le principali novità apportate dall’Organizzazione prevedono 

• Raccomandazioni alle imprese per allinearsi agli obiettivi concordati a livello internazionale in materia di cambiamento climatico e biodiversità; 

• Introduzione del dovere di diligenza (due diligence) in materia di sviluppo, finanziamento, vendita, concessione di licenze, commercio ed uso della tecnologia, compresi la raccolta e l’utilizzo dei dati; 

• Raccomandazioni alle imprese su come esercitare il dovere di diligenza in merito agli impatti e ai rapporti commerciali; 

• Migliore protezione per le persone e i gruppi a rischio, compresi coloro che manifestano preoccupazioni in merito alla conduzione delle imprese; 

• Rafforzamento delle procedure per garantire la visibilità, l’efficacia e l’equivalenza funzionale dei Punti di contatto nazionali sulla condotta responsabile delle imprese; 

• Raccomandazioni alle imprese per garantire che le rispettive attività di lobbying siano compatibili con le Linee guida; 

• Procedure rafforzate per garantire la visibilità, l’efficacia e l’equivalenza dei Punti di Contatto Nazionali per la condotta responsabile delle imprese. 

Nelle linee guida per le multinazionali, l’Ocse evidenzia il ruolo chiave delle imprese nello sviluppo di economie sostenibili. Gli operatori economici possono contribuire a fornire una risposta efficace e progressiva alle sfide ambientali globali, regionali e locali. 

Anzi, spiega il documento, nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e delle pratiche amministrative dei Paesi in cui operano, e tenendo conto degli accordi, principi, obiettivi e standard internazionali rilevanti, “le imprese dovrebbero condurre le loro attività considerando la necessità di proteggere l’ambiente, i lavoratori, le comunità e la società nel suo complesso, evitando e affrontando gli impatti ambientali negativi e contribuendo al più ampio obiettivo dello sviluppo sostenibile”. 

La maggiore attenzione richiesta alle multinazionali deriva dal loro coinvolgimento in una serie di impatti ambientali negativi, tra cui il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la degradazione degli ecosistemi terrestri, marini e d’acqua dolce, la deforestazione, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e la gestione non adeguata dei rifiuti, comprese le sostanze pericolose. 

Per questo, si legge dal documento, le imprese dovrebbero: 

1. Stabilire e mantenere un sistema di gestione ambientale adeguato all’impresa associato alle operazioni, prodotti e servizi dell’azienda durante l’intero ciclo di vita, compiendo una due diligence basata sul rischio per gli impatti ambientali negativi. 

Ciò include l’identificazione e la valutazione degli impatti ambientali negativi associati alle operazioni, prodotti o servizi dell’impresa, l’adozione di obiettivi, target e strategie misurabili per affrontare gli impatti ambientali negativi e migliorare le performance ambientali, la fornitura di informazioni adeguate e verificabili al pubblico, ai lavoratori e ad altre parti interessate sugli impatti ambientali associati alle loro operazioni. Si prevede che le imprese forniscano dei rimedi per affrontare gli impatti ambientali negativi causati dall’impresa stessa; 

2. Coinvolgere attivamente le parti interessate rilevanti colpite dagli impatti ambientali negativi associati alle operazioni, prodotti o servizi dell’impresa; 

3. In base alla comprensione scientifica e tecnica dei rischi, evitare di utilizzare la mancanza di certezza scientifica come motivo per rinviare misure economicamente efficienti per prevenire o ridurre danni gravi o irreversibili all’ambiente e alla salute umana e sicurezza; 

4. Mantenere piani di emergenza per prevenire, mitigare e controllare danni ambientali e sanitari gravi derivanti dalle loro operazioni, compresi incidenti ed emergenze, e meccanismi per segnalare tempestivamente alle autorità competenti; 

5. Cercare costantemente di migliorare le prestazioni ambientali, sia a livello dell’impresa sia, se appropriato, delle entità con cui hanno una relazione commerciale. Questo fine va perseguito adottando tecnologie per migliorare le prestazioni ambientali, sviluppando e fornendo prodotti o servizi che non hanno impatti ambientali indebiti, che siano sicuri nell’uso previsto, duraturi, riparabili e che possano essere riutilizzati, riciclati o smaltiti in modo sicuro.Inoltre, i prodotti devono essere prodotti in modo ecologicamente sostenibile, minimizzando al massimo l’uso di risorse naturali, l’energia e i materiali, nonché la generazione di inquinamento, emissioni di gas serra e rifiuti, in particolare i rifiuti pericolosi. A tal riguardo, l’Ocse invita anche le multinazionali a promuovere una maggiore consapevolezza tra i clienti sugli impatti ambientali dei loro prodotti e servizi e fornendo informazioni rilevanti ed accurate sugli impatti ambientali; 

6. Fornire adeguata formazione ed educazione ai lavoratori su questioni ambientali, di salute e sicurezza, inclusa la gestione di materiali e rifiuti pericolosi e non pericolosi e la prevenzione di incidenti ambientali, nonché su altre aree di gestione ambientale, come le procedure di valutazione degli impatti ambientali, le relazioni pubbliche e le tecnologie ambientali. Se fattibile, le imprese sono invitate a fornire supporto ai fornitori e ad altri partner commerciali, in particolare piccole e medie imprese e piccoli proprietari; 

7. Contribuire allo sviluppo di politiche pubbliche responsabili dal punto di vista ambientale ed economicamente efficienti, ad esempio attraverso partenariati o iniziative che promuovano la consapevolezza e la protezione ambientale. 

Nello stesso mese di giugno l’Organizzazione ha formulato anche le nuove raccomandazioni di corporate governance per rendere la gestione delle imprese, soprattutto delle di quelle ad alta capitalizzazione, sempre più sostenibile non solo in ambito ambientale ma anche economico e umano, con una particolare attenzione riservata ai lavoratori.